chi sono

Appassionata di fotografia senza considerarmi una fotografa.

Non mi piacciono le etichette e non mi piacciono le definizioni, questa sono io!

Questo è il mio mondo e il mio modo di esprimermi, lascio a chi ha condiviso con me un pò di questo cammino, l’arduo compito di una piccola descrizione.

Francesca Mercury

Attiva da molti anni nel panorama musicale emiliano...

“Non riuscirò mai a descrivere chi sono e come sono, quindi parto con rispondere a qualche domanda! Ho studiato al liceo artistico perché avevo una vera e propria passione per la storia dell’arte. Infatti avrei voluto laurearmi e insegnare arte, o lavorare come gallerista…”

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Seb Lo Turco

PITTORE, APPASIONATO DI FOTOGRAFIA, AMICO

C’è di più:  grazie a una sincera passione per la musica e per la letteratura Silvia riesce a toccare più corde del nostro animo. Intrecciando ai suoi scatti i versi di una canzone o di una poesia riesce a creare particolarissime alchimie, malinconiche, toccanti. E così, nella stanza matrimoniale di una vecchia villa, si può sentire risuonare la voce di un Tom Yorke mentre fra i cumuli di macerie di una fabbrica si possono scorgere le parole di una Wislawa Szymborska.

In un momento in cui la cosiddetta esplorazione urbana si fa, per certi versi, semplice moda, spettacolarizzazione e facile profitto, le fotografie che Silvia ci regala ci riconducono verso la dimensione più vera e intima di questa passione. E forse, in un certo senso, verso di noi.

Davide Predieri

SCRITTORE, APPASSIONATO DI FOTOGRAFIA, AMICO

Osservare le fotografie di Silvia è come seguirla in silenzio in quei luoghi che sarebbero chiusi per i nostri occhi se non ci fosse lei con noi ad aprirceli. Andare con Silvia perciò è come aprire uno scrigno del quale lei è l’unica che ne possiede la chiavi, che vi sa mettere mano. Con la sua macchina fotografica è in grado di raccontare non solo immagini ma sensazioni, suoni e persino odori, che portano in se segreti che se non ci si lasciasse trasportare, i colori e le luci riuscirebbero appena a farci intuire.

Occorre perciò di più, occorre lasciarsi condurre, fidarsi e affidarsi a quella grazia, a quella dignità, a quel religioso rispetto che lei sa donare a quei luoghi abbandonati.Per ciò Silvia ama definire le sue fotografie come abban-doni, perchè è questo che per lei sono: doni abbandonati e custoditi dal tempo solo per noi. Sono doni le pantofole ferme accanto ad una poltrona da 50 anni, gli occhiali appoggiati su un libro impolverato, o le rovine di un teatro ormai in disuso da anni. Sono doni i detriti di una fabbrica che un tempo ospitava molte vite, o i corridoi di una colonia per bambini lasciata a se stessa dagli anni 70 dove facendo attenzione si possono ancora udire le voci dei bambini.

Ciò che fa Silvia, e che solo lei sa fare, non sono solo fotografie, ma autentici regali per in nostri occhi.Ma lo scambio è reciproco, è un trattato che lei firma con il tempo.Silvia dona a quei luoghi una nuova luce, un fascino del tutto nuovo che quei luoghi forse nemmeno un tempo erano in grado di dare. Le sue non sono perciò riscoperte, ma vere e proprie scoperte.

Le sue foto non rinnovano una bellezza sepolta, ma la reinventano. In un canone che vive di uno stile tutto suo. Un originalissimo codice di identità che ha nella dolcezza e nel candore le sue più straordinarie caratteristiche.

Angie Prati

CANTANTE, INSEGNANTE E AMICA

Nei suo scatti la malinconia, il sordo dolore e il vuoto, sono così concreti e romantici da volercisi avvicinare, come per poter toccare questi spazi del passato in forma di terapia per il presente.

Un “ieri” più o meno lontano, senza tempo, e più che mai “qui e ora” dentro l’essere di chi guarda l’immagine.  Come se gli scatti fossero in realtà un “luogo del sé”, per ritrovarsi.

Per riconoscere quei lati oscuri dai quali ci allontaniamo, dialogarci e farli emergere nel quotidiano.

Attraverso le sue foto sospese tra l’onirico e il reale, Silvia ci riporta a convivere con paure, passato e solitudini in modo pacifico e consapevole, sollevando un velo e guardandoci attraverso.

In ogni sua immagine trovo particolari altamente poetici, come trama e ordito che tessono un ricamo di una vita, unendo così il sogno e la concreta realtà. La solitudine, la polvere, il dolore, il quotidiano, ritratti e rimorsi così immobili in un passato senza tempo diventano terapeutici e arricchenti per il nostro presente.